Dalla conferenza di TELL ME, nuovi strumenti per la comunicazione in caso di epidemie
Il 4 e il 5 dicembre si sono riuniti a Venezia esperti in diversi ambiti legati alla salute pubblica, per discutere di come una buona comunicazione possa salvare molte vite in caso di epidemie e pandemie. L’occasione per questo incontro è stata la conferenza conclusiva di TELL ME, un progetto co-finanziato dall’Unione Europea per sviluppare nuovi protocolli comunicativi e comportamentali, basati su evidenze scientifiche, da applicare quando si verificano focolai di malattie infettive. Anat Gesser-Edelsburg, della Scuola di salute pubblica dell’Università di Haifa, ha presentato un nuovo modello di comunicazione delle epidemie. Lo scopo di questo modello è di evitare il caos comunicativo nel quale in passato a volte ci siamo ritrovati” ha detto Gesser-Edelsburg. “Per molto tempo si è pensato che comunicare fosse l’equivalente di un’iniezione di messaggi corretti nel pubblico, mentre ora si sta facendo strada la consapevolezza che il pubblico non può più essere considerato un recipiente vuoto da colmare, ma deve essere coinvolto e trasformato in un partner della comunicazione.” Uno dei modi per ottenere un simile risultato è tramite un appropriato addestramento degli operatori sanitari. Per questo motivo gli esperti di TELL ME hanno realizzato due corsi di e-learning per loro, entrambi approvati dagli esperti dell’European Centre for Disease Prevention and Control. “Il primo corso offre una serie di informazioni sanitarie di base su malattie infettive come l’influenza o la SARS, insieme a diverse linee guida su come parlare di questi argomenti con pazienti e cittadini. Si tratta di un aspetto cruciale, soprattutto per evitare il rischio di stigmatizzazioni e discriminazioni,” spiega Roberta Villa, dell’agenzia di giornalismo scientifico Zadig. “Il secondo corso, specifico per Ebola, è stato revisionato dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, ed è stato accreditato per i corsi di aggiornamento dalle federazioni italiane delle associazioni di medici e infermieri (FNOMCeO e IPASVI). Jennifer Badham, dell’università del Surrey, ha presentato un modello di simulazione sociale. “Si tratta di uno strumento informatico che simula la diffusione di un’epidemia combinando le strategie di comunicazione del rischio, i dati sul progresso della malattia e i comportamenti protettivi adottati dalle persone,” spiega Badham. “Al momento non è in grado di sviluppare previsioni, ma ci consente di studiare l’impatto potenziale di diverse strategie di comunicazione. Alla conferenza di Venezia hanno anche partecipato rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e il Centres for Disease Control and Prevention americano (CDC), che hanno condiviso le loro esperienze nel campo della gestione pubblica delle malattie e della comunicazione del rischio. Grazie all’interazione con queste organizzazioni e con molti altri attori provenienti sia dalle istituzioni sia dalla società civile, i membri del progetto TELL ME intendono creare una comunità con la quale condividere diversi punti di vista, con l’obiettivo di migliorare le nostre difese contro le continue minacce poste dalle malattie infettive.
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